Agosto 12, 2018
Il ruolo e il significato della sicurezza all’interno dei mondi distopici è uno dei principali trend nel mondo del cinema e delle serie tv.
Da Black Mirror a Westworld, sui nostri schermi il futuro impazza. E non è sempre roseo.
I temi della tecnologia, sorveglianza e intelligenza artificiale sono stati terreno fertile per autori e registi.
È fin da Orwell, che il tema del Grande Fratello, l’entità governativa che controlla la vita di tutti, è entrato nell’immaginario comune.
Anche la più recente trilogia di Matrix si ambienta in uno scenario in cui solo pochi eletti riuscivano a sfuggire a un mondo completamente controllato.
Quest’anno, una nuova produzione del colosso cinematografico Netflix, esplora le stesse tematiche: Anon.
Il film, ambientato in un mondo in cui la privacy è un sogno del passato, immagina una realtà in cui ogni essere umano è schedato da un dossier. Ogni dossier è un video che registra tutto ciò che una persona ha vissuto nell’arco della propria vita.
L’incontro con una hacker, capace di oscurare il proprio dossier e raggirare le regole di sorveglianza, porterà il detective protagonista a invischiarsi in un caso pericoloso.
Come nel peggiore dei cyber attacchi, la manomissione dei file di sistema può condizionare la vita stessa dei protagonisti, modificare la realtà, le immagini che appaiono ai loro sensi, creando una realtà illusoria dove diventa impossibile distinguere ciò che è reale da ciò che è frutto di una manipolazione telematica.
Il punto forse più evidente di questi scenari futuristici, è quanto l’importanza della sorveglianza cresca con l’evoluzione tecnologica.
In un possibile mondo futuro in cui affidiamo ogni aspetto della nostra vita a forme di intelligenza artificiale, è facile immaginare quanto più gravi diventino i rischi di cyber attacchi.
Non possiamo prevedere se il futuro ci riservi davvero scenari così foschi e la libertà individuale sia così compromessa dal controllo di un sistema centrale.
Al di là di quelle che sono le accelerazioni tematiche della fantasia di scrittori e sceneggiatori cinematografici, resta fermo il concetto che la sfida del mondo moderno – in cui siamo già proiettati – è il miglioramento della resilienza.
Per resilienza si intende la capacità di affrontare i cambiamenti, di tenere testa alle sfide tecnologiche che l’evoluzione ci offre.
Basti pensare alla trasformazione di tutti i processi organizzativi, dai più semplici, come l’implementazione del cloud, dei social, del mobile, e all’incremento della vulnerabilità dei sistemi.
Il bacino dei soggetti esposti a cyber attacchi è sempre più ampio.
La sicurezza delle informazioni, dei dati personali, dei dispositivi elettronici nelle nostre case e così via, è focale rispetto all’evoluzione dei sistemi.
A questi rischi si risponde con sistemi di monitoraggio da remoto e con l’implementazione di macchine virtuali in continua evoluzione.
Il presente rivela rischi e vulnerabilità sempre nuovi e richiede un esercizio di ricerca e innovazione costante in tutti gli ambiti: case, strade, aziende, istituzioni.
Resta quindi da interrogarsi sui rischi del futuro e sugli enormi cambiamenti che la sicurezza sta attraversando. Quali sono quindi i limiti del controllo? Fin dove i governi nazionali possono spingersi quando le nuove minacce vengono dallo spazio cybernetico?
In definitiva, i nemici del futuro che attenteranno alla nostra sicurezza agiranno soprattutto per via telematica. In quest’ottica la protezione contro i cyber attacchi e la cyber pirateria sono e saranno elementi sempre più centrali per la salvezza degli schemi.
In gioco c’è la sicurezza della società del terzo millennio, che diventa sempre più complessa man mano che la tecnologia avanza. Allora è e sarà vero che tanto maggiori dovranno essere gli sforzi e l’impegno per la sicurezza informatica.
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