Gennaio 9, 2018
Il sistema di sicurezza basato su centrale dematerializzata prevede una centrale remota virtuale non installata presso il sito da proteggere. Ciò risulta in maggiore affidabilità del sistema di protezione. Per raggiungere tale obiettivo sono stati considerati i quattro elementi principali costituenti il sistema.
Il primo punto riguarda tutta la sensoristica e gli impianti che si trovano in una filiale bancaria legati alla sicurezza fisica, quindi dagli apparati di videosorveglianza ai mezzi forti, dagli accessi alle serrature elettromeccaniche.
Il secondo momento di attenzione riguarda la comunicazione tra i dispositivi installati presso la filiale da proteggere e la centrale remota. Tale comunicazione si basa su un dispositivo, detto concentratore, che raccoglie le informazioni locali, le invia alla centrale, ed è pronto a ricevere comandi da inviare ai dispositivi attuatori (ad esempio, sirene o blocco di serrature).
Il terzo punto è la centrale di allarme, elemento chiave di tale sistema di sicurezza. Si tratta, nel caso di centrale virtualizzata, di un software in esecuzione su una macchina virtuale. La centrale offre le funzionalità tipiche delle centrali di allarme e aggiunge nuove funzionalità di data analytics, al fine di rilevare tutti i sintomi di un tentativo di attacco alla filiale.
La centrale comunica poi con il sistema di centralizzazione.
Tale sistema, noto in ambiente bancario cioè Sistema di Centralizzazione, costituisce il quarto elemento del sistema di sicurezza. È il sistema installato presso la Centrale operativa di Sicurezza che consente il monitoraggio e controllo dei vari sistemi di protezione locali (centrali di allarme, accessi, telecamere, ecc.) installati presso i vari siti. Attualmente, dietro questo sistema finale di centralizzazione c’è un uomo che deve prendere delle decisioni. Funzionalità di data analytics e sistemi di intelligenza artificiale potranno essere realizzati al fine di rendere il sistema di protezione completamente automatizzato e quindi più efficace, efficiente e non soggetto a errore umano.
CNS, in partnership con Rislab, ha lavorato su questi 4 punti per definire una nuova architettura di sistema di protezione fisica basato su centrale di allarme dematerializzata e sui componenti software ed hardware che lo compongono. L’obiettivo era di realizzare un sistema che fosse affidabile e sicuro.
Si è lavorato, quindi, dapprima a rendere robusto rispetto agli attacchi informatici tutti gli strati software che compongono la centrale e poi i canali di comunicazione tra un punto e l’altro del sistema, perché è qui che ci sono i rischi di cyber security.
È quindi oggetto di brevetto l’intera architettura del sistema di protezione, nonché il concentratore che realizza la comunicazione tra gli elementi presso la filiale e la centrale remota.
La robustezza di tale dispositivo concentratore rispetto ad attacchi di cyber security è stata certificata dall’ Università degli Studi di Napoli Federico II.
Lo stesso dicasi per il software di Centrale che, grazie all’attività di R&D svolta da Rislab, è stato reso sicuro e robusto.
Adesso le attività di ricerca sono incentrate sulla comunicazione tra concentratore e sensore. L’obiettivo è di realizzare un sistema di cognitive computing capace di analizzare il traffico dati tra tali componenti e rilevare anomalie che siano indice di malfunzionamento dei sensori o di attacchi.
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