Questa pandemia ha scatenato una richiesta senza precedenti di soluzioni tecnologiche, partendo dallo sviluppo di nuovi sistemi in ambito sanitario, per contenere i danni del virus, fino a dispositivi per l’istruzione e lo smart working. Vediamo insieme i nuovi sviluppi.
La crisi pandemica relativa al virus COVID-19 ci ha mostrato che le tecnologie emergenti come l’Internet of Things e l’intelligenza artificiale non sono solo strumenti, ma sono parti essenziali per il funzionamento della nostra società e della nostra economia. Soprattutto in questo periodo di instabilità, dobbiamo considerare l’IoT come una vera e propria infrastruttura critica.
Ad esempio, paesi come la Cina e la Corea del Sud stanno già monitorando i movimenti delle persone che sono state in contatto con possibili contagiati tramite questi mezzi. E, nonostante le implicazioni relative alla privacy, questo è una rappresentazione effettiva dei benefici di tali tecnologie.
Anche lo smart working ne è un esempio calzante. Ormai sempre più persone lavorano da casa. Tuttavia, si teme che il numero sempre crescente di dispositivi IoT in ambito domestico siano facili bersagli per gli hacker, che possono utilizzarli come gateway per minare la sicurezza dei sistemi più grandi a cui si connettono. Alcune semplici precauzioni, come sempre, possono ostacolare potenziali hacker IoT.
Se, in risposta a questa pandemia, possiamo quindi abbinare la tecnologia alle istituzioni, alle leggi e alle norme appropriate, emergeremo sicuramente più forti di prima. Per fare ciò, però, bisogna far adattare l’intera popolazione all’utilizzo di questi nuovi mezzi. Vediamo insieme come.
Possedere una connessione è un requisito per lo smart working, si sa, è ovvio. Nonostante ciò, dati della Harvard Kennedy School dimostrano che oltre 21 milioni di persone in America non dispongono di un accesso a Internet a banda larga avanzato. Le tecnologie emergenti hanno il potenziale per essere un grande mezzo di reazione alle situazioni di crisi, ma senza la giusta governance potrebbero intensificare il divario digitale nella popolazione.
L’uso di sistemi di videoconferenza per l’educazione dei bambini è esploso nel corso dell’ultimo mese, trasformando le aule di scuola in aule virtuali. Ma queste piattaforme possono talvolta evidenziare criticità relative alla privacy e alla sicurezza. Tali strumenti sottolineano la necessità di un consenso di base globale sulla sicurezza per aiutare gli utenti a comprendere i rischi posti da ciascun dispositivo e rete.
Molte aziende e organizzazioni stanno implementando chatbot per fornire informazioni durante la pandemia del COVID-19 e persino aiutare il pubblico a comprendere meglio i loro sintomi. Le restrizioni agli spostamenti imposte in molti paesi hanno fatto sì che milioni di dipendenti lavorino da casa. I tempi per un ritorno alla normalità, incluso il lavoro d’ufficio, sono molto incerti.
Tuttavia, sia i governi che le aziende stanno pianificando il ritorno alla normalità. Una delle possibili tendenze che possiamo osservare è il passaggio dai sistemi biometrici (basati su dito o pollice), di controllo accessi del personale a quelli basati su tecnologie touchless come il riconoscimento facciale.
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