Ottobre 19, 2017
È l’Intelligenza Artificiale (AI) la nuova frontiera in tema di cybersecurity. Sarà il guardiano dei sistemi informatici di banche e aziende e quindi, in ricaduta, dei cittadini. È questo uno dei temi emersi giovedì 19 a Napoli nel corso del convegno internazionale “Cyber-Physical security nell’universo bancario”, organizzato da Rislab, dal Consorzio Nazionale Sicurezza e Ossif. Sull’AI legata alla sicurezza informatica si muove da tempo la Rislab, startup innovativa che agisce da Napoli nei settori di sicurezza fisica e logica, con un laboratorio di ricerca e innovazione che ha stretto collaborazione anche con il mondo accademico, quello dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. “Ai crimini tradizionali “spiega Giuseppe Di Cintio, amministratore unico Rislab, “Si sono aggiunte frodi sempre più sofisticate ed evolute, da qui la necessità di intraprendere la strada della ricerca scientifica anche nelle azioni di contrasto a protezione del sistema bancario e non solo”.
Secondo Flavio Frattini, R&D manager della stessa Rislab e dottore di ricerca dell’ateneo partenopeo, “Le minacce sono di diverso tipo: una normale centrale di allarme può essere attaccata da worm, malware, virus e simili, gli stessi che possono agire sui Pc delle persone. L’impatto che però avrebbero su un sistema di protezione fisica bancaria è di gran lunga più avanzato e pericoloso”. Per Ambrogio Prezioso, neo presidente di Confindustria Campania, “la zona degli attacchi informatici cresce più della nostra capacità di proteggerla. Gli attacchi di cui veniamo a conoscenza sono solo quelli più clamorosi, ma molti restano sommersi. Ben vengano quindi tutte le azioni messe in campo per rivisitare e riprogettare i sistemi di sicurezza. Diventa fondamentale stare sul pezzo per conoscere le problematiche e provvedere nel minor tempo possibile”.
Sul versante utenti delle banche i consigli di Frattini sono quelli più acclarati: hardware e software sempre all’avanguardia, cambio periodico delle password che non devono mai essere banali, come per esempio il nome dei familiari o le ormai conosciute sequenze numeriche 123456 o alfabetiche tipo qwerty. “Un software obsoleto è un software dalle vulnerabilità ormai note e quindi facilmente attaccabile”.
Per Antonio Romano, presidente del Consorzio nazionale sicurezza, l’Italia vive una situazione molto particolare perchè se è vero che “le nostre banche sono meglio protette che in qualsiasi altro Paese d’Europa, è anche vero che siamo i più attaccati, quindi la guardia deve essere molto più alta. Le banche hanno fatto molto. Negli ultimi 5-6 anni c’è stata, però, una battuta d’arresto nel campo degli investimenti e della ricerca di nuove soluzioni e nuove protezioni perchè la crisi bancaria si è fatta sentire”.
Fonte: Milanofinanza.it
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